Rivista della Convivialità

Come una studentessa di comunicazione, spesso guardo le cose con una lente critica o attraverso la lente dell'ideologia, del genere o della narrativa. Leggere delle abitudini culinarie degli italiani ha davvero tracciato una linea di contrasto tra loro e la moderna società americana in cui viviamo. Secondo uno studio condotto dall’Hartman Group nel 2014, il 46% degli americani mangia da solo. Anche se da allora non sono state fatte molte ricerche, immagino che questo numero sia aumentato, soprattutto dopo il COVID.

Ideologicamente, possiamo analizzare la cultura del fast food/cena solitaria americana per capire come riflette i valori americani come l'individualismo, la convenienza e l'efficienza, che sono molto diversi dalla cena in comune degli italiani. Negli Stati Uniti, la produttività e una “giornata di successo” sono spesso misurate dalla quantità di lavoro svolto, che si traduce in meno tempo dedicato agli amici, alla famiglia e ai pasti. Come persona che ha vissuto a Roma per quattro mesi, mi sono reso conto di quanto la cultura del cibo sia molto più lenta e sociale, poiché spesso trascorrevo più ore al ristorante a parlare con gli amici, senza alcun senso di fretta.

Foto da Bjorn Agerbeek

In conclusione, l’utilizzo delle teorie della comunicazione ci permette di comprendere la pratica della cena in comune per diversi gruppi, dagli aristocratici ai monaci, e come abbia modellato la loro identità all’interno della società e si sia organizzata gerarchicamente. C'è un vecchio detto italiano, “ Chi mangia solo crepa solo” , che credo sia vero attraverso questa ricerca. Anche se non penso che sia necessario riportare oggi il consumo di gru o l’uso di utensili d’oro per ogni cosa, credo che il valore del mangiare insieme e della costruzione di legami sia una pratica importante da conservare nella nostra cultura per gli anni a venire.

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